Sapevi che spesso in caso di dolore articolare sottoporsi a indagini strumentali come raggi o risonanza magnetica non è la prima cosa da fare e potrebbe anche essere fuorviante? Scopriamo perché!
Anomalie riscontrabili tramite esami di imaging (esami strumentali) sono normali processi di invecchiamento del corpo al pari dei capelli bianchi e delle rughe. La probabilità di ritrovare sul proprio referto frasi come “iperpressione esterna della rotula, irregolarità morfologica della cartilagine articolare, ispessimento della capsula articolare, lesione meniscale ecc” è alta. Questi termini potrebbero farvi paura e mettervi preoccupazione, ma tieni presente che NON NECESSARIAMENTE IL VOSTRO DOLORE SARA’ LEGATO A QUESTI FATTORI!
Dai numerosi studi condotti sull’argomento ne riportiamo uno del 2020 in cui 115 tra uomini e donne ASINTOMATICI per dolore, di età compresa tra i 25 e i 73 anni, si sono sottoposti a risonanza magnetica di entrambe le ginocchia. I risultati mostrano come su 230 articolazioni esaminate, il 97% dei partecipanti hanno mostrato anomalie strutturali:
-30% lesioni menischi
-62% alterazioni della cartilagine
-52% edema osseo
-46% alterazioni tendinee
-34% alterazioni del legamento crociato anteriore
-33% cisti di baker
-23% sinovite di Hoffa
Alla luce di questi dati è ancora opportuno proporre l’artroscopia o l’artroprotesi (interventi chirurgici) come primo intervento per la risoluzione di problemi articolari come ad esempio un ginocchio doloroso?
In una revisione sistematica del 2019, che includeva un totale di 6472 partecipanti con osteoartrosi di anca e ginocchio, si è visto come l’ESERCIZIO TERAPEUTICO si sia dimostrato efficace per ridurre il dolore, migliorare la funzione e le prestazioni e aumentare la qualità di vita.
Mi è stato proposto di fare un’infiltrazione, potrebbe aiutarmi?
Nel breve periodo il ricorso a terapie infiltrative può risultare utile ai fini della riduzione del dolore, ma nel medio-lungo periodo si è visto come un percorso riabilitativo sia più efficace in termini di dolore e disabilità, in quanto si pone come obiettivo il recupero della funzionalità articolare.
In conclusione
- Ciò che emerge da queste considerazioni è che risulta fondamentale affidarsi alla valutazione di un clinico esperto, come ad esempio un fisioterapista esperto, che basi la propria diagnosi su segni, sintomi ed esame funzionale e non su esami strumentali.
- Inoltre l’intervento conservativo svolto dal fisioterapista stesso, risulta essere la prima strada da scegliere in presenza di dolori articolari e bisognerebbe, quando possibile, ridurre il ricorso alla chirurgia anche per evitare possibili complicazioni derivanti da questa.
Bibliografia
- Horga LM, Hirschmann AC, Henckel J, et all. Prevalence of abnormal findings in 230 knees of asymptomatic adults using 3.0 T MRI. Skeletal Radiol. 2020;10.1007/s00256-020-03394-z.
- Siew-Li Goh, Monica S.M. Persson, Joanne Stocks, Yunfei Hou, Jianhao Lin, Michelle C. Hall, Michael Doherty, Weiya Zhang. Efficacy and potential determinants of exercise therapy in knee and hip osteoarthritis: A systematic review and meta-analysis. Annals of Physical and Rehabilitation Medicine 62 (2019) 356–365.
- Gail D Deyle, Chris S Allen, Stephen C Allison, Norman W Gill, Benjamin R Hando, Evan J Petersen, Douglas I Dusenberry, Daniel I Rhon. Physical Therapy versus Glucocorticoid Injection for Osteoarthritis of the Knee.N Engl J Med. 2020 Apr 9;382(15):1420-1429. doi: 10.1056/NEJMoa1905877.